6.1.08

NON comprate quel libro, piuttosto ve lo presto!

Il titolo, per la verità, prometteva molto bene: "Suicidi falliti per motivi ridicoli". Per non parlare della casa editrice: "Coniglio Editore".
Voglio dire...un titolo del genere, un libro edito da una casa con tale nome: uno come minimo si aspetta qualcosa di spettacolare, si aspetta di aver scovato una di quelle piccole chicche che di solito nelle librerie si trovano negli scaffalini, in fondo a tutto, dietro a pile e pile di altri volumi più o meno noti.
Purtroppo non è sempre così e questa è proprio una di quelle volte in cui mi sono sbagliato.
Il libretto è una raccolta di racconti, niente di pretenzioso. L'idea doveva essere, da quello che si intuisce, una sequela di sit-com letterarie dove i vari protagonisti, rappresentanti di un'umanità più che variegata, annoiati o disperati o semplicemente perduti nei meandri delle imprevedibili svolte della vita, decidono di farla finita.
Dissacrare così anche il gesto estremo, il sublime atto di liberazione, è un'idea non poi così originale, ma se pensata bene, è un'operazione che riesce sempre a sollecitare il sorriso.
Guardare in faccia alla soluzione finale, credere col protagonista, fino alla fine, che sicuramente arriverà la libertà, grazie a quel gesto estremo e invece, sfiga nella sfiga, non riuscire nemmeno a farla finita, schiavi del destino, beffarda ironia della sorte. Questo, dovrebbe, in teoria, essere la riuscita dell'esperimento, della dissacrazione del rituale libratorio del suicidio.
Purtroppo, i giovani (?) autori di questa antologia sono terribilmente scadenti!
Non tanto per lo stile, per quanto nella maggior parte dei casi sia una scrittura pedante, contorta e poco luminosa; ma proprio per la dinamica dei polts.
NON si può scrivere un racconto per dissacrare il suicidio, per prendersi gioco del protagonista, se alla fin fine il Nostro non riesce nel suo tragico intento solo perché il destino gli riserva un'epifania buonista.
Insomma...i vari personaggi rinunciano al suicidio solo perché dopo vari tentativi falliti capiscono QUANTO è BELLO VIVERE!

Ma anche no! Voglio dire...tutta quest'atmosfera buonista è pesante, noiosa e priva il lettore del gusto di ridere in faccia alle sfighe. Soprattutto perché le trame si snodano in ambienti e situazioni che vorrebbero essere provocatorie, sfidare la morale, andare a vedere, con compiacimento divertito, dietro le porte di casa, le perversioni e le piccolezze che ciascuno nasconde nel proprio intimo. Ma allora, non si può fare finta di entrare, con maliziosa cattiveria, nelle menti tristi delle persone, per poi scadere nel buonismo, questo no!
L'unico racconto che vale veramente la pena di essere letto è "La premeditata fine del figlio fobico". Questo racconto è la storia di un ragazzo panofobico (che ha paura di qualunque cosa). Questa paura gli rende impossibile vivere, mouversi ecc ecc. Le varie fobie sono presentate con uno stile scorrevole e divertente, il racconto in prima persona funziona benissimo e soprattutto si salva dal buonismo finale. La salvezza arriva alla fine, in verità, non perché il protagonista fallisca nel suo tentativo e rimanga imprigionato nella sua vita di fobie, ma solo perché il padre del ragazzo anticipa il suo gesto, lanciandolo sotto l'autobus. Insomma, in questo caso il suicidio fallisce perché si trasforma in omicidio.
L'unico racconto veramente che fa sorridere e compiace il lettore nella sua sadica ricerca di un sorriso di fronte alle sfighe degli altri.

Piacevole è anche "La gola del Sarchia". Un raccontino in cui l'occhio ironico del narratore fa sorridere e lo stile, per quanto gergale e poco fluido, riesce comunque a dare alla pagina scritta una qualche vita, una tinta quotidiana; soluzione aprezzabile che riesce nel suo intento di far sorridere, dando alla narrazione una venatura di realismo.
Per il resto...quei tredici neuri avrei fatto meglio a spenderli per prendermi una bottiglia di Jack e chiudermi in camera col tabacco e i miei film.
Non comprate quel libro, piuttosto ve lo presto io! (il che la dice lunga sul libro!)

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