22.11.07

Caso Alberto

ALLO SCANDALO ALLO SCANDALO!!!

Alberto Ruggin buttato fuori dal coro della chiesa perché fa il coming-out in vista della sua partecipazione come gay al programma di Bonolis...

Come al solito gay.tv è stato un sito precursosre che ha saputo anticipare l'exploit sensazionalistico e farne notizia da prima pagina: primo fra tutti.
E queste cose mi puzzano sempre di propaganda.
Sarà che sono veneto, sarà che so cosa vuol dire essere sbattuto fuori da quello in cui credevi solo perché sei frocio...vi concedo tutte le attenuanti del caso.
Però resta, di fondo, un problema: perché ancora ci si stupisce?
Personalmente ciò che di solito è capace di colpirmi è l'inaspettato, l'inatteso, qualcosa che mai avresti detto e invece... Di certo non mi stupisce l'omofobia di un prelato.
Non trovo che questo sia il contenuto adatto ti una notizia che fa scaplore. Non fa scaplore perché è, se non routine quotidiana, quasi; non fa scaplore perché è come scandalizzarsi per l'ergastolo sancito ad un omicida.
Ogni società ha le proprie regole, i propri riti, le proprie forme dettate non solo dagli obiettivi che ciascuna società (nello stretto senso latino di societas) si propone di raggiungere, ma soprattutto dalla propria storia nella quale vivono le forme, le leggi e i riti e che in ragione di questa si modificano seguendo un percorso che esso solo può fornire le chiavi interpretative.
Vogliamo risolvere una volta per tutte il problema del rapporto Chiesa (cattolica, ma sarei tentato di estendere il ragionamento a qualsiasi fede monoteistica...) e omosessualità? Vogliamo smetterla di stupirci davanti alle azioni omofobe della Chiesa e prendere coscienza che questa e la condizione omosessuale non possono conciliarsi?
c'è una profonda differenza tra la religione, il culto ovvero le credenze ultramondane di ciascuno, e la Chiesa: la Chiesa è un'istituzione e come tale va letta.
Cosa vuol dire, quindi, essere un'istituzione?
L'istituzione molto semplicemente è un qualcosa che nasce dall'esigenza di cristallizzare, di fissare, di dare stabilità ai rapporti umani.
Ma dare stabilità ai rapporti tra gli esseri umani è un tentativo possibile che richiede un prezzo non trascurabile: la perdita della pluralità.
Ammettere che le relazioni tra gli uomini possano essere soggette a una qualche legge "scientificamente" definibile, ovvero una legge che possa godere dello status di verità incontrovertibile, è possibile solo al costo di ridurre la vita umana ad un insieme di comportamenti. Ma il comportamento è una struttura che incanala non soltanto l'azione, ma soprattutto la lettura dell'azione da parte degli spettatori, entro un codice che tende alla standardizzazione, ovvero alla ripetizione o riproduzione meccanica di atti.
Ed è chiaro che la riproduzione meccanica è una delle caratteristiche proprie della vita naturale, che sospinge l'uomo nella ciclicità della natura che si perpetua sempre uguale a sè stessa, il dì dopo la notte, il susseguirsi delle stagioni, l'istinto a perpetrare la specie (riprodurre la copia di ciò che è).
insomma, critallizzare vuol dire creare un modello universalmente valido, accettabile e monolitico ed è la tentazione più grande nella quale l'uomo incorre dal momento in cui si rende conto di essre circondato da una pluralità di esseri uguali a lui eppur tuttavia diversi che sono perennemente capaci di fare o dire qualcosa che non avevamo pensato o che non eravamo riusciti ad immaginare: l'imprevisto.
Ecco cos'è quindi la paura più grande: la possibilità dell'imprevisto, che rende la nostra vita assolutamente meno certa, e l'insieme delle conseguenze che l'imprevisto rovescia, su di noi e su chi ha generato l'imprevedibile.
La sola uscita da questa condizione che appare così instabile è rinchiudere tutti in un sistema che non consenta scelte libere ma solo scelte dentro la gamma di possibilità offerte: il comportamento.
Compito di perpetrare le strutture del comportamento è il ruolo delle istituzioni.
Allora la chiesa, che è un'istituzione, nasce e serve la funzione di perpetrare regole di comportamento, giustificate in ragione di un'immagine non dimostrabile in cui racchiudere l'esatto contrario della dimensione umana: unitaria, monolitica, eternamente costante ed onnipotente.
Ma se così è, e così è a mio avviso, allora è chiaro che la Chiesa non può accettare esistenze che non aderiscano perfettamente al sistema di comportamenti codificato...e quindi, perchè stupirsi che l'istituto ecclesiastico non sia in grado di accettare il diverso?
Nulla di nuovo sotto il sole, insomma, tutto come è sempre stato e quindi cosa c'è di strano o di eroico?
l'unica postilla....fa male.
e quel fottuto prete di merda è un pezzo di stronzo non tanto perché è un prete che nel suo ruolo di ufficiale della buon costume ha castigato una pecorella smarrita, quanto per il semplice fatto che è un essere umano che si è arrogato il diritto di privare un altro essere umano di qualcosa che per lui era veramente importante. figlio di puttana, questo è imperdonabile: con che diritto?!? (che poi il butél avesse a cuore delle questioni non solo discutibili ma soprattutto del cazzo...beh, non sta a me giudicare...).
E su questo non possiamo non dire niente: è a proposito di questo che il discorso deve diventare forte. Sentirsi scacciati, diventare dall'oggi a domani la merda nei sandali per gli altri. è questo che fa schifo.
terribilmente schifo.
e anche se stiamo bene nessuno, di chi per noi contava, è più preoccupato di come stiamo, ma solo di ciò che ci fa rizzare il cazzo.
è proprio in risposta a ciò che a me viene il disinteresse per il sesso fine a sé stesso, perchè non voglio essere identificato con ciò che mi scopo o da cui mi faccio scopare: io sono io, coi miei interessi e con le mie passioni, con le mie paranoie e con i miei discorsi del cazzo....e quello che me lo fa rizzare, beh, restano cazzi miei e tutt'al più di chi se n'è venuto a letto con me...ma resta e deve restare tutto lì.
la mia omosessualità non è cosa che ritengo di dover in alcun modo nascondere, perchè non credo di dover tenere il segreto se mi innamoro, ma voglio assolutamente vivere le mie relazioni in tutte le dimensioni, quelle straordinarie e quelle quotidiane. eppure non voglio dover essere giudicato per la mia sessualità, perchè è solo un millesimo della persona che sono.
purtroppo siamo in Italia e qui la gente ancora si rifiuta di fare i conti col fatto che essere omosessuali non vuol dire essere malati ma significa solo incarnare una delle infinite dimensioni della vita umana; e questo richiede, sicuramente, ogni tanto, vivere l'omosessualità con un quid di orgoglio in più, con un gusto della provocazione che a volte esagera perché gli italiani devono farsene una ragione: non solo esistiamo ma soprattutto stiamo bene con noi stessi.
e non smetterò mai di testimoniarlo. e non mi vergognerò mai di dirlo, finchè ci sarà gente che ne fa una questione più grande di quella che è riducendo l'identità degli altri solo alle loro pratiche sessuali.
SONO STATO ABBASTANZA CHIARO?
mah, non lo so...però mi dà sempre fastidio, quando qualcuno fa male agli altri, quando qualcuno si arroga il diritto di poter fare soprusi impunemente...
i gradassi mi stanno sul cazzo e questo prete non si è comportato altro che da gradasso e mi sta sul cazzo....
certo che anche quell'Alberto...ma d'un dio: finocchio e ti dedichi alla Chiesa e ai Circoli della Libertà? Ma allora sei pure un po' masochista...ma questo è un altro discorso!

Vi lascio la mia buona notte, sulle note di "Angry Inch" dal film "Hedwig. La diva con qualcosa in più."



I'm from the land where you still hear the cries
I had to get out, had to sever all ties
I changed my name and assumed a disguise
I got an angry inch

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