5.12.07

Così è, se vi pare...

D'Alema parla ad un pubblico di studenti di un istituto superiore e tra le domande che gli rivolgono, curiosamente parte anche un interrogativo a proposito dei matrimoni omosessuali.
Dico curiosamente perché è cosa buona, nel senso...questi ragazzini sono gli adulti di domani e tutti i soliti discorsi retorici sul futuro e sull'importanza dell'educazione e sulle tendenze del cambiamento che si possono cogliere prestando attenzione alle esigenze dei giovani; quindi è curioso, ovvero positivo, che qualcuno di loro senza troppi scrupoli si preoccupi di sapere se un domani ci sarà posto finalmente anche per noi in Italia.
Domanda ancora più importante perché fatta ad un esponente di spicco di uno dei più grossi partiti della "seconda Repubblica" italiana, fingendo di crederci, che rappresenta una delle anime forti del neonascente Partito Democratico. Il valore aggiunto si spiega molto facilmente: questo è un momento fondamentale per avanzare pretese, diritti e richieste di status di vario tipo perché è il momento genetico di un teoricamente nuovo soggetto politico e, se c'è anche solo un minimo spazio per il cambiamento vero in Italia, è solo ora che è possibile pensare di fare qualcosa di nuovo, aggiungere un qualche tassello al discorso politico dei vari partiti con la speranza concreta che possa diventare realtà e non solo volanti parole.
Quindi brava brava la ragazza che ha preso di petto il Nostro e lo ha interrogato senza mezzi termini sulla questione delle coppie omosessuali.
Personalmente non sono assolutamente interessato al matrimonio, nè civile, nè religioso.
non sono interessato perché:
1) sono agnostico e quindi non credo assolutamente nell'istituzione religiosa del matrimonio, non credo nell'istituzione religiosa in sè, anche se riconosco che, da un punto di vista realista, le funzioni delle istituzioni religiose come strumenti di mantenimento dell'ordine politico nelle società hanno potenzialmente delle funzioni non indifferenti. Ma il punto non è questo: il problema è che non credo assolutamente che i miei rapporti di coppia necessitino in alcuno modo di essere sanciti, ovvero riconosciuti e fossilizzati, da un qualche istituto e nemmeno credo che il giuramento davanti ad un dio possa migliorera la qualità della mia relazione che anzi viene così pietrificata in un limbo che non appartiene alla nostra esperienza della vita dove tutto è in movimento, dinamico e ha un suo sviluppo (non sto dicendo che non credo all'amore per tutta la vita, solo che trovo stupido il tentativo di fare di tutte le cose del mondo una monade sempiterna...è irreale!);
2) a proposito del matrimonio civile alcune precisazioni: non credo al matrimonio civile per motivi strettamente ideologici e per motivi riconducibili a quelli già citati sopra. Per quanto riguarda le mie motivazioni ideologiche, il problema è molto semplice: il matrimonio (moderno!) è una tipica forma delle relazioni di stampo borghese, funzionale alla società capitalistico-borghese e dei consumi e quindi mi è inaccettabile pensare che una simile struttura possa essere funzionale a obiettivi diversi da quelli dell'ideologia capitalistica e via dicendo. ha un valore sociale, è vero, e soprattutto ha una funzione economica e ancor più è utile per inculcare per imprinting modelli di comportamento a-critici e leali al potere, ovvero è un'istituzione che asserve il ruolo non indifferente di generare l'idea di una naturalità dell'autorità costituita, attraverso una sottilissima ma viva similitudine famiglia/Stato, che è semplicemente folle e anacronistica...eppure è ancora così e la "Famiglia" è necessaria allo stato a generare implicitamente e inconsapevolmente negli individui un consenso nei confronti dell'autorità statale che troppo poco viene messo in discussione. il secondo ordine di perplessità è simile a quanto ho già detto a proposito del matrimonio religioso: non credo che il riconoscimento di un rapporto di coppia da parte di un'istituzione sia un elemento fondamentale per il rapporto di coppia stesso.

3) si apre ora il problema nei confronti del matrimonio in sé. Questo mi è inaccettabile perché prima di tutto è l'istituzione che unisce un uomo e una donna al fine di procreare. Io, gay, non posso in nessun modo sentire mio un istituto nato e modellato su due soggetti particolari, uomo e donna, perché questo istituto, prodotto storico!, non è sorto in relazione alle peculiari esigenze, interessi o dinamiche interne ad una coppia omosessuale ma è il prodotto della cristallizzazione delle pratiche di coppie eterosessuale e quindi, per definizione, non può essere in alcun modo un modello in grado di rispondere alle diverse esigenze di un rapporto omosessuale. in oltre, sempre collegato al problema della consapevolezza della storicità fonzionale di qualsiasi istituto sociale, bisogna sottolineare che le istituzioni sociali sono prodotti dell'interazione tra esseri umani e MAI entità oggettive, eterne e immutabili. ciò vuol dire che qualora le istanze della società dovessero cambiare, giustamente si devono modificare anche le istituzioni sociali che delle prime sono espressione. e se i matrimoni sono sempre più in calo mentre, e stiamo parlando solo di coppie eterosessuali, chiaramente, le convivenze e le c.d. "famiglie di fatto" sono sempre più in crescita, quello che dovrebbe essere il ruolo dello Stato è, una volta chiarito se questo cambio di preferenze sia dovuto a scelte libere o a impossibilità di scelta (leggi: bisogna capire se la gente convive senza sposarsi solo perché non ha i soldi per sposarsi oppure se, pur potendo, preferisce la convivenza al matrimonio...), recepire le dinamiche della società e a queste dare delle risposte. quindi probabilmente un buon numero di conviventi si sposerebbe, se avesse i soldi, e lo Stato in questo senso dovrebbe poter permettere con qualche macchinoso trucco finanziario di poter permettere a questi di percorrere la scelta matrimoniale. ma per quanto riguarda chi SCEGLIE di non sposarsi? se anche loro sono cittadini che lavorano sul territorio, votano, hanno tutti i doveri dei cittadini, perché gli devono essere privati quegli specifici diritti derivanti dalla scelta della vita condotta assieme?

ora il problema: per gli omosessuali la questione è ancora più a monte.
qui il problema della scelta non si pone nemmeno perchè la strada del matrimonio, ovvero la scelta della convivenza istituzionalizzata, ci è preclusa a priori! ovvero pur essendo cittadini come tutti, non ci è concessa la possibilità di praticare la libera scelta e siamo relegati in un limbo misterioso che condiziona le nostre esistenze in modo pesantissimo.
ci condiziona perchè non essendoci permesso il matrimonio, non ci è permessa l'entrata nella vita sociale non solo come coppie, ma nemmeno nel nostro essere omosessuali. questo ci porta all'invisibilità. perchè uno è omosessuale perchè nei rapporti di coppia ricerca persone dello stesso sesso, ma se l'omosessualità come dimensione possiblie della vita umana, viene esclusa dalla società, ne consegue una naturale invisibilità che cancella la possibilità di una vita serena, libera e il raggiungimento della felicità nella piena realizzazione di sé.
ci condiziona perché comunque le nostre relazioni non hanno nessuna validità di alcun tipo a livello giuridico ma solo intimo e personale e in qualunque situazione problematica, non essendo il nostro un sistema giuridico di common-law, la fattualità delle nostre relazioni non ha alcun valore davanti alla legge. tutto quello che una coppia ha messo nell'essere coppia all'improvviso non è nemmeno merda ma svanisce nel nulla.
il non riconoscimento istituzionale genera poi l'assenza di modelli di riferimento, impedendo così la possibilità di avere degli esempi davanti agli occhi che stimolino non solo l'accettazione più generale dell'omosessualità in tutti i livelli della società, ma soprattutto le modalità stesse della relazione intra-omosessuale che potrebbe così evolversi da quello che è ad un mondo di relazioni più sano, meno scopo-centrico e sesso-cratico dove emergano quella trama che corre invisibile di rapporti che si sviluppano secondo direttive più graduali (leggi: gente che si incontra nella vita vera e non solo sul web, gente che si conosce e si frequenta normalmente, gente che si tiene per mano per strada o conoscenze che non nascono in una scopata programmata in un parcheggio ecc ecc...).
per tutti questi motivi, quindi, pur non credendo nel matrimonio e non sentendolo, personalmente, come un istituto a me calzante, ritengo fondamentale che sia garantita la possibilità di scelta anche epr le persone omosessuali e soprattutto, l'escluderci è una discriminazione tout court che ha dei risvolti dannosissimi, quasi una forma di apartheid.
tutto questo per dire? per dire che su una questione così importante che,s e risolta, dimostrerebbe un cambiamento di rotta non oslo per la politica italiana, ma per l'Italia tutta sarebbe un ottimo segno di maturazione e di cresita sociale e via dicendo il nostro Ministro degli Esteri è stato invitato ad esprimersi e ha avuto i coglioni di dire che: "....non sono favorevole al matrimonio tra omosessuali perché il matrimonio tra un uomo e una donna è il fondamento della famiglia, per la Costituzione. E, per la maggioranza degli italiani, è pure un sacramento. Il matrimonio tra omosessuali, perciò, offenderebbe il sentimento religioso di tanta gente..." (sic!). Poi naturalmente il discorso proseguiva dicendo che è importante comunque percorrere la strada di altri riconoscimenti anche alle coppie omosessuali eccetra eccetra...MA VAFFANCULO!
punto 1: falsissimo dire che il matrimonio è vissuto come un sacramento dalla maggioranza degli italiani, BALLE! se così fosse, nonci sarebbe nemmeno un decimo dei matrimoni religiosi e soprattutto ci sarebbe un millesimo dei divorzi! la maggioranza della gente si sposa col rito religioso perché ha un fascino tutto so, perché è fico, perché si fa ma il valore sacramentale per i più, beh...BALLE!
punto 2: che cazzo te ne frega a te, uomo laico di Stato, se la gente religiosa si offende...tanto tu puoi aprire solo il matrimonio civile agli omosessuali e il sacramento religioso resta intatto! sai...separazione Stato/Chiesa...ma questa esternazione di D'Alema ci fa capire, purtroppo, solo una cosa: in Italia nessuna separazione, mai stata, impossibile...a destra o a sinistra...tutti cattolici, cazzo! siamo uno stato religioso, è chiaro, mi sembra! (non che non si sapessse già, ma un'affermazione del genere lo rende ufficiale, soprattutto se esce dalla bocca di D'Alema!)
punto 3: interessante convergenza verso una base comune: i valori cattolici e l'obbedienza al Vaticano. si sta formando il PD, un soggetto NUOVO dicono loro e come prima mossa mettono subito in chiaro che nuovo taglio vuole avere: l'ennesimo servo dei preti. VAFFANCULO! Bella convergenza al centro, grazie tante! se già prima i DS lasciavano alquanto a desiderare, tanto che per anni più che come Democratici di Sinistra, si sono comportati come la Destra nella Sinistra...ora che si sono messi coi Margheritini bianchi non ci resta che andarcene in esilio!


COSA ROSSA, aiutaci tu!!!!!!!!!!!!!!!!

2 commenti:

Paolo e Rachele ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Premettendo che concordo su moltissime cose che hai detto, dimostrando di essere una persona (rara oramai) che apre la bocca -o scrive, come in questo caso- dopo aver riflettuto ed essersi posto delle questioni alle quali in qualche modo ha trovato risposta, mi permetto se mi è concesso di lanciarti uno spunto di riflessione.
Io credo che l'amore non abbia sesso. Il virus che ammorba i tempi moderni non è l'omofobia, bensì la mancanza di convinzioni. Tutti fanno quello che "borghesemente" s'ha da fare. Ci si sposa, si fanno due bambini -meglio se un maschio ed una femmina- si compra il labrador e si piazza il culo nella propria casetta con un fazzoletto di giardino con l'auto station wagon parcheggiata in garage.
Ma quanti CREDONO davvero che quella sia la loro strada?
Quanti hanno solide convinzioni che spingono le loro azioni, e quanti invece sono spinti dal conformismo sociale?
Io credo che l'errore risieda nell'aver concesso la possibilità di unirsi in matrimonio al volgo (quello che segue cucuzza, verissimo, il grande fratello).
Il matrimonio -che per me può essere solo religioso, civile non è altro che una firma su un pacco di scartoffie per quetioni economiche e burocratiche- è l'unione di due persone che si amano davanti a Dio. E' una scelta interiore, che viene espressa in un luogo Sacro (per quanto discutibilmente), accogliendo così anche la Tradizione che da secoli accompagna la nostra civiltà.
Per chi non crede può essere una buffonata, ma il rispetto per le scelte e le convinzioni altrui è imprescindibile per le persone intelligenti.
Io credo dunque che il matrimonio abbia un valore, sia per una coppia omosessuale che per una coppia eterosessuale.
Ed è il valore che la coppia stessa gli da. Quello di una solenne promessa d'Amore davanti ad una entità superiore, eterna, divina, nella quale si CREDE.
Non è certo il valore che gli danno gli uomini. Se prendi un manuale di diritto canonico ti viene da rabbrividire. Il matrimonio è il consorzio collaborativo tra un uomo ed una donna al fine di procreare? Bello cazzo! E l'Amore? La fedeltà? Il reciproco sostegno? No. per la chiesa qnd mi sposo mi trasformo in un forno elettrico sforna-pargoli 24 ore su 24. Per non parlare delle apprfondite ricerche su sterilità (coeundi, generandi ecc), sulla cause di annullamento (mirabolanti!)...
AL giorno d'oggi non possiamo sperare che la società apra gli occhi. Dobbiamo accontentarci delle nostre singole esperienze, di quello che riusciamo a costuire nel nostro microcosmo.
Per tenere accesa la fiaccola, nella speranza che in futuro chissà, torni la luce un o' per tutti.
Mi piace come scrivi. Mi piace la tua dissacrante franchezza. Continua così.

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